Questo edificio stravagante è un problema tecnico della vita reale

Cammina verso la Casa svizzera delle arti elettroniche di Basilea e potresti dimenticare di essere nel mondo reale. I muri sono deformati, i tubi tagliati, le ringhiere piegate – come se la facciata fosse stata colpita da un guasto informatico.

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Avvicinati, tuttavia, e vedrai che il lato dell'edificio non è un vasto monitor andato storto. Si tratta infatti di metallo e cemento, progettato e costruito per somigliare a una momentanea distorsione digitale.

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La struttura, costruita dallo studio d'arte berlinese !Mediengruppe Bitnik, si chiama "H3333333K" - a sua volta una versione glitch dell'acronimo del nome tedesco dell'istituzione, "HeK".glitch_tre

!Mediengruppe Bitnik ha parlatoIperallergico sul processo alla base della realizzazione della struttura e sulla sua ispirazione nel modo in cui i modelli architettonici 3D digitali modellano gli edifici fisici. "L'idea era di trasformare qualcosa di fluido, non permanente come un errore del software in qualcosa di fisico e permanente, come l'architettura", ha detto il gruppo.

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La glitch art sta diventando sempre più popolare. Nel 2013 l'artista britannico Luke Jerram ha installato a scultura pixellata di sua figlia nella stazione ferroviaria di Bristol Temple Meads, mentre l'artista canadese Mathieu St-Pierre crea immagini caleidoscopiche basato su glitch digitali. Quella dell’artista olandese Rosa Menkman Manifesto degli studi sui glitch descrive il glitch come “una meravigliosa interruzione che sposta un oggetto dalla sua forma e dal suo discorso ordinario, verso le rovine del significato distrutto”.

Sebbene le pareti e le ringhiere distorte di “H3333333K” sembrino fragili, l’edificio è apparentemente strutturalmente solido e totalmente funzionale. Dopo aver tagliato i tubi anteriori, gli architetti hanno dovuto aggiungerne altri per tenere sotto controllo l'impianto idraulico della facciata.

Il risultato finale è sottilmente disorientante e trasforma un momentaneo errore informatico in un'aggiunta permanente all'istituzione artistica svizzera.

(UNtutte le foto sono di Kathrin Schulthes)