Dovresti aver paura del robot più arrabbiato del mondo?

Facendo suonare un campanello d'allarme rosso vivo per chiunque abbia mai assistito a un film di fantascienza apocalittico, gli scienziati neozelandesi hanno recentemente annunciato che stanno sviluppando il sistema più arrabbiato del mondo intelligenza artificiale.

La squadra di Il gruppo Touchpoint hanno – in quello che potrebbe rivelarsi il capitolo di apertura di un romanzo distopico – speso più di 230.000 sterline per un progetto che vedrà due anni di telefonate rabbiose incanalate in una macchina. Lo scopo? Per creare un'intelligenza artificiale robot è in grado di imitare gli abusi rivolti ai lavoratori dei call center e aiutare i data scientist a calcolare le migliori risposte possibili.

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“L’obiettivo finale è costruire un motore in grado di consigliare soluzioni alle aziende – e stiamo parlando delle persone in prima linea qui – come possono migliorare particolari problemi che i clienti devono affrontare”, Frank van der Velden, amministratore delegato di The Touchpoint Group, detto

L'australiano. “Ciò sarà possibile consentendo al nostro motore di intelligenza artificiale di apprendere attraverso tutta una serie di interazioni su ciò che ha e non ha funzionato negli esempi passati”.

Ok, quindi è meno una macchina per uccidere a freddo e più un manichino da esercitazione. Ma la notizia attinge comunque ai timori che si sono accumulati negli ultimi mesi. Stephen Hawking recentemente ha avvertito che “la piena intelligenza artificiale potrebbe segnare la fine della razza umana”, Elon Musk ha descritto l'IA come la “più grande minaccia esistenziale” dell’umanità, e Bill Gates ha ammesso anche lui è “preoccupato per la super intelligenza”.

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Se film come Terminator e 2001: Odissea nello spazio ci hanno insegnato qualcosa, è che non devi preoccuparti dell’intelligenza artificiale emotiva. È il quelli senza emozioni devi tenere d'occhio.

Vi lascio con le parole del dottor Stuart Armstrong, ricercatore presso il Future of Humanity Institute dell'Università di Oxford, che ha spiegato In Il telegrafo come un'emozione identificabile come la rabbia aiuterebbe effettivamente gli esseri umani a sapere come gestire un'intelligenza artificiale avanzata:

“Tutto nel nostro background evolutivo ci prepara ad affrontare entità arrabbiate e a sapere se fidarci o meno di loro. Se otteniamo un robot arrabbiato nel senso classico del termine umano, sappiamo molto di più su come comportarci con esso rispetto a un robot che non mostra rabbia di alcun tipo ma può avere obiettivi molto diversi pericoloso. Quelli pericolosi sono quelli che non corrispondono a nulla che possiamo classificare a misura d’uomo, quelli che sono indifferenti a qualche aspetto cruciale del mondo”.

Indipendentemente dal fatto che l’intelligenza artificiale si riveli o meno un pericolo per la razza umana, una cosa certa è che l’intelligenza artificiale con problemi di rabbia lo è molto più interessante da ascoltare piuttosto che robot impassibili.