Fedora 11 arriva ruggendo al pubblico

Fedora 11, precedentemente nome in codice Leonidas, ha raggiunto il rilascio finale.

Fedora 11 arriva ruggendo al pubblico

Fedora11 porta con sé una serie di miglioramenti incrementali destinati a basarsi sulla già solida Fedora 10. Il principale tra questi è il passaggio al file system Ext4, che secondo Fedora dovrebbe migliorare le prestazioni e la reattività su tutta la linea.

In effetti, performance è stata una sorta di parola d'ordine per Leonida. Red Hat sostiene che i PC che eseguono il sistema operativo dovrebbero raggiungere la schermata di accesso in circa 20 secondi, il che è un errore un'impresa impressionante considerando che il suo predecessore era circa 10 secondi più lento e sembrava comunque abbastanza veloce.

Gran parte del merito va allo strumento di avvio Plymouth introdotto sei mesi fa in Fedora 10, ma qui perfezionato. Plymouth è un sistema di avvio grafico in modalità kernel che accelera il processo di avvio ridefinendo il modo in cui Linux gestisce le schede grafiche. Fedora 11 porta con sé il supporto per una serie di vecchi chip grafici ATI, Nvidia e Intel.

Anche il software è stato revisionato. Fedora 11 include gli ambienti desktop Gnome 2.26.1 e KDE 4.2.3, così come il browser Firefox 3.5 beta 4 e OpenOffice 3.1. Fedora 11 è ora sul kernel Linux 2.6.29.

Anche il gestore di pacchetti PackageKit è stato ottimizzato e ora può sradicare e installare font e codec mancanti se ci si imbatte in un file che Fedora non riconosce.

Un'altra caratteristica interessante è la possibilità di eseguire un'installazione minima di 500 MB, che dovrebbe piacere a coloro che desiderano configurare un server su hardware meno recente. Naturalmente, la versione da 500 MB è davvero leggera in termini di funzionalità e software.