Gli europei hanno esortato a fare più acquisti, almeno online

Il Parlamento europeo ha chiesto una nuova politica a livello europeo per incoraggiare il commercio elettronico, inclusa una nuova "carta" per i diritti degli acquirenti. I deputati hanno approvato una relazione che richiede nuove strategie per aumentare la fiducia dei consumatori, rendendo l'e-commerce più attraente per le imprese.

I deputati vogliono anche migliorare l'accesso a beni e servizi oltre i confini nazionali.

Il rapporto rileva che solo il 6% dei consumatori europei si dedica al commercio elettronico transfrontaliero. Di coloro che ci provano, un terzo scopre che le aziende si rifiutano di vendere i propri beni o servizi perché l'acquirente e il venditore non risiedono nello stesso paese.

"Nel complesso, la fiducia dei consumatori e delle imprese europee nell'ambiente digitale è bassa", conclude il Parlamento. "La mancanza di fiducia nelle vendite online - e l'incertezza giuridica ad essa associata - è uno dei motivi principali per cui l'Europa è in ritardo rispetto agli Stati Uniti e all'Asia in alcuni aspetti dell'e-commerce".

La relazione raccomanda alla Commissione di istituire progetti volti a sensibilizzare le imprese sulle vendite online transfrontaliere. E deve garantire che sia in atto un "sistema di allerta precoce" per combattere le frodi online.

Il Parlamento ha anche chiesto una nuova direttiva per armonizzare le leggi sui consumatori, in particolare per quanto riguarda la vendita a distanza di beni finanziari servizi e commercio elettronico, dove ha bisogno di istituire “meccanismi di ricorso collettivo” per controversie transfrontaliere tra acquirenti e venditori.

Propone inoltre una "Carta europea dei diritti degli utenti" unita a un sistema per fornire informazioni dettagliate su tali diritti.

La proposta finale raccomanda alla Commissione di introdurre un marchio di fiducia online europeo, una volta che “gli ostacoli all'integrazione della parte al dettaglio del mercato interno saranno stati rimossi”.

La relazione sarà ora inviata a Viviane Reding, commissario europeo responsabile per la società dell'informazione ei media.